La mia direzione

27.05.2020

Chi sono, da dove vengo, che studi ho fatto, tutte informazioni che si possono trovare nel sito. Qui voglio dirvi dove voglio andare.  

Per potervi parlare della mia direzione, devo però raccontarvi la mia esperienza in termini un po' diversi. 

La mia formazione nel mondo della psicologia viene da università concentrate sull'adulto. Una formazione clinica, per cercare di trovare diagnosi e trattamenti a quelle che possono essere le diverse problematiche che la gente porta ad uno psicologo. Il mio mondo ha sempre visto come obiettivo il trattamento dell'adulto come unica possibilità di sbocco professionale. 

Il primo approccio ad un punto di vista differente l'ho avuto con il corso di Legislazione e tutela sociale della persona e della famiglia. Qui viene portato come centrale il supporto e l'aiuto verso la famiglia in senso ampio: dai genitori ai bambini. Ovviamente il tema del corso riguardava casi di divorzi, separazioni consensuali o meno, casi di famiglie non protettive nei confronti dei figli e altre dinamiche. Il tema che in queste realtà io sentivo come centrale era l'incolumità dei figli. Piccoli o grandi che fossero, si trovavano inseriti in dinamiche di cui non aveano colpa, ma di cui spesso pagavano le conseguenze. 

Quasi inconsciamente mi sono trovata a svolgere il mio primo tirocinio presso il Coordinamento Famiglie Affidatarie di Brescia in cui ho potuto conoscere famiglie disposte a mettersi in gioco per poter accogliere i bambini di altre famiglie in difficoltà. I pochi incontri che ho potuto svolgere direttamente sui bambini mi hanno molto incuriosita e come d'incanto mi sono trovata nel mio tirocinio post-lauream presso il servizio di tutela minori ad osservare l'altra faccia della medaglia: le famiglie in difficoltà. Qui ho avuto la possibilità di interagire e osservare sia i genitori che i bambini ed il mio interesse verso il mondo di questi piccoli non ha fatto altro che crescere. Sono rimasta affascinata dalla loro spensieratezza che però lascia spazio ad una forza che non posso nemmeno immaginare. 

Dare la possibilità a questi bambini di poter parlare, confrontarsi con qualcuno, supportarli nelle loro fasi di vita e nella loro crescita è diventato il mio pensiero fisso. 

Nel corso delle mie esperienze di formazione e lavorative ho potuto conoscere anche bambini con difficoltà personali e non relative espressamente alla condizione familiare; anche con loro ho trovato un fattore comune, la necessità di essere ascoltati. Ogni bambino ha bisogno di potersi esprimere, di poter raccontare i suoi bisogni senza essere giudicato e trovare nell'altro un supporto stabile e forte. 

Il mio interesse verso il campo dell'età evolutiva è quindi chiaro; il supporto e l'aiuto professionale che uno psicologo può offrire può essere trasmesso in diversi modi: attraverso un supporto individuale, con un lavoro all'interno di un gruppo o un percorso in una scuola e in classe, ancora con il lavoro con le figure di riferimento che si affiancano ai bambini come insegnanti, genitori, educatori e altri modi ancora. 

Promuovere il benessere psicologico dei bambini è quindi la direzione verso cui mi voglio muovere. 

Non ho fatto altro che parlare di bambini fino a qui, ma... non dimentichiamoci degli adolescenti! 
Anche loro fanno parte del mondo dell'età evolutiva e anche loro hanno un gran bisogno di essere ascoltati; l'età in cui ci si scopre e in cui si cerca di capire sé e il mondo non può essere ridotta e stereotipi di nessun genere. Ogni ragazzo o ragazza porta è unico e in quanto unico ha dei sentimenti e pensieri personali che deve poter esprimere. 

Quindi bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, educatori e chi più ne ha più ne metta! 
PARTIAMO! 


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